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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), VI, 14
 
originale
 
14. At illa studiose gradum celerans montis extremum petit cumulum certe vel illic inventura vitae pessimae finem. Sed cum primum praedicti iugi conterminos locos appulit, videt rei vastae letalem difficultatem. Namque saxum immani magnitudine procerum et inaccessa salebritate lubricum mediis e faucibus lapidis fontes horridos evomebat, qui statim proni foraminis lacunis editi perque proclive delapsi et angusti canalis exarato contecti tramite proxumam convallem latenter incidebant. Dextra laevaque cautibus cavatis proserpunt ecce longa colla porrecti saevi dracones inconivae vigiliae luminibus addictis et in perpetuam lucem pupulis excubantibus. Iamque et ipsae semet muniebant vocales aquae. Nam et "Discede" et "Quid facis? Vide" et "Quid agis? Cave" et "Fuge" et "Peribis" subinde clamant. Sic impossibilitate ipsa mutata in lapidem Psyche, quamvis praesenti corpore, sensibus tamen aberat et inextricabilis periculi mole prorsus obruta lacrumarum etiam extremo solacio carebat.
 
traduzione
 
?E Psiche a rapidi passi e tutta in ansia si diresse alla cima del monte sicura che lass? almeno avesse termine la sua infelicissima vita. Ma appena giunse nei pressi della vetta indicatale, ella si rese conto del rischio mortale che comportava quell'impresa smisurata. Quella cima, infatti, enorme e altissima, liscia e a strapiombo, inaccessibile, vomitava dalle sue viscere un orrido fiotto che irrompendo dai crepacci e scorrendo poi gi? per il pendio, s'ingolfava in un angusto canale sotterraneo per poi scrosciare invisibile nella valle sotto stante. ?A destra e a sinistra, tra gli anfratti rocciosi, orribili draghi strisciavano e rizzavano i lunghi colli, sentinelle vigilanti dagli occhi sempre aperti, dalle pupille eternamente spalancate alla luce. ?Del resto quelle acque che erano parlanti, da se stesse provvedevano alla loro difesa: 'Vattene!' gridavano incessantemente. 'Che fai qui? Bada a te! Che vuoi? Guardati! Fuggi via! Sei perduta!' ?Cos? Psiche rimase come impietrita nella sua impotenza, presente col corpo ma lontana coi sensi, schiacciata dall'enormit? di un pericolo senza via d'uscita; e non le restava nemmeno l'estremo conforto del pianto.
 

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